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La morte del maestro Adolf Neumeier: si indaga per omicidio, i punti oscuri e il testamento

Adolf Neumeier, 94 anni una carriera da grande musicista, è stato trovato morto nel suo appartamento lo scorso aprile in centro a Roma. Dopo la denuncia del cugino, che ha anche impugnato il testamento dell’uomo, il caso è stato riaperto per omicidio volontario: non molti gli indizi che porterebbero a pensare a un omicidio.
A cura di Redazione Roma
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Immagine di repertorio
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La Procura di Roma ha scelto di riaprire il caso sulla morte di Adolf Neumeier, il musicista di 94 anni di origine Bavarese, trovato morto nella sua abitazione al civico 22 di via del Governo Vecchio in pieno centro a Roma il 9 aprile del 2024. La decisione è arrivata quasi un anno dopo la morte dell'anziano, a seguito della richiesta del cugino 80enne che ha deciso di vederci chiaro in quanto accaduto.

Cosa non torna nella morte di Adolf Neumeier

Prima di tutto: il maestro dell'orchestra di Santa Cecilia aveva le mani sporche di sangue, circostanza che potrebbe indicare che si sia difeso da un aggressore. In secondo luogo le tracce si sangue sui vestiti che indossava indicherebbero una possibile colluttazione. L'autopsia ha poi evidenziato un grande ematoma sull'addome, compatibile con un pugno o un calcio sferrato con grande forza alla pancia dell'uomo. Quarto e ultimo punto di anomalia da chiarire: perché le telecamere di sicurezza a circuito chiuso erano spente?

Riaperta l'inchiesta: si indaga per omicidio volontario

La vicenda, ricostruita oggi sulle pagine del Corriere della Sera, potrebbe dunque essere solo all'inizio, con l'apertura di un'inchiesta per omicidio volontario dopo la perizia di parte presentata dagli avvocati Antonio Ingroia e Giambattista Quaranta. Ancora nessun nome però iscritto al registro degli indagati.

L'archiviazione per incidente domestico

A gennaio il giudice per le indagini preliminari aveva stabilito, su richiesta della Procura, di archiviare la morte dell'uomo come incidente domestico. Secondo la perizia stilata dai consulenti della procura la morte sarebbe avvenuta dopo una caduta fortuita, che avrebbe portato l'uomo a battere contro lo spigolo di un mobile, procurandosi una ferita che ne avrebbe provocato la morte nel giro di pochi minuti.

La perizia di parte

Ma Katia Sartori, la criminologa che ha stilato la perizia di parte che ha convinto i giudici a riaprire il caso: il corpo infatti sarebbe stato ritrovato con la testa sotto il comodino, una circostanza che indicherebbe un'aggressione e non una caduta accidentale. Secondo questa ipotesi infatti la testa sarebbe stata sbattuta da qualcuno contro lo spigolo.

L'eredità e il movente

Come in tutti gli omicidi però servirebbe un movente. Dall'abitazione, un lussuoso appartamento nel cuore di Roma, non mancava però nulla. Non si tratterebbe dunque di una rapina terminata nel peggiore dei modi. Esiste però la questione del testamento, che indica l'erede in un uomo con cui l'anziano maestro avrebbe avuto una relazione terminata a inizio degli anni 2000. Un testamento impugnato però dal cugino, e sul quale il prossimo 6 maggio sarà un'udienza di un giudice a stabilire la validità.

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